Sarayevo, per non dimenticare
Il 3 marzo 1992, la Bosnia-Erzegovina dichiarò l’indipendenza dalla ormai ex Iugoslavia. La capitale del nuovo stato era Sarajevo, popolata per la metà da musulmani, per un terzo da serbi e per il 7 per cento da croati. La Serbia attaccò la Bosnia-Erzegovina e il 2 maggio 1992 l'esercito federale iugoslavo e le milizie serbe bloccarono tutti gli accessi a Sarajevo, ponendo la capitale sotto un assedio destinato a durare ben 43 mesi. Quasi quattro anni di bombardamenti, di cecchini sui tetti e di vittime: dodicimila morti, più di cinquantamila feriti. Una città che perse, comprendendo le migrazioni che seguirono, più del 65% della sua popolazione.
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